Patricia Highsmith - Idilli d’estate (1996)

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Zurigo, i giorni nostri: all’uscita da un cinema, in una notte d’inverno un ragazzo viene accoltellato da due balordi. Un episodio di violenza stupida, quasi casuale, comune ormai nella linda cittadina svizzera come in altre metropoli, è l’inizio di questo ultimo romanzo di Patricia Highsmith: dalla morte di Petey, ventenne omosessuale, si dipana il racconto, quasi minimalista, di "Idilli d’estate". Un gruppo di personaggi, di varie estrazioni e dalle diverse preferenze sessuali, ruota come in un gioco di ruoli attorno ai tre protagonisti: Rickie, grafico quarantenne amante di Petey; Luisa, apprendista sarta invano innamorata di quest’ultimo; Renate, datore di lavoro di Luisa, con una fobia ossessiva verso gli omosessuali. Un luogo accomuna tutti: il bar-ristorante Jacob’s, detto anche "G minuscola", dalla lettera con cui le guide turistiche di Zurigo segnalano che il locale è frequentato anche, ma non esclusivamente, da clientela omosessuale. La trama si svolge nell’arco di una breve estate, tra routine quotidiana e piccoli e grandi drammi che ribaltano l’andamento "normale" delle esistenze. Sullo sfondo di una Zurigo indifferente, solo in apparenza ordinata e tranquilla, Patricia Highsmith tratteggia con la consueta maestria indimenticabili ritratti di un’umanità allo sbando, in preda a quella "ordinaria follia" che la rende insensibile al delitto, apatica e priva di volontà nei confronti della vita, incapace di attuare vere scelte e docile solo al lasciarsi vivere.