Questa regina combattiva deve essere controllata... Sono mesi che un tizio mi perseguita, uno che non capisce il significato di: «Non sono interessata». Ma non appena alza il tiro mandando il mio collega in ospedale, passo all'attacco per ripagare quel verme con la sua stessa moneta. Dato che sono una maniaca del controllo autoproclamata, mi rifiuto di aspettare che sia lui a venire a cercarmi. Quando saboto la sua baracca delle torture nel bosco, faccio saltare in aria per sbaglio la casa e l'indagine di tre mesi della squadra che lo teneva d'occhio. Ovviamente, quando vengono a prendermi non so che non sono i suoi scagnozzi, perciò le nostre presentazioni consistono in me che corro, impreco, calcio e tiro pugni, solo per poi perdere lo scontro, ma non prima di aver fatto un occhio nero a uno di loro. Sono tre mesi che diamo la caccia a questo schifoso, aspettando che ci porti al pesce grosso: il capo dell'impero del traffico di esseri umani dei DiFallo. Ma quando una furia manda letteralmente all'aria i nostri piani, la preleviamo per un interrogatorio. Ci combatte come nessuna donna ha mai fatto prima, il che, sfortunatamente per tutti i soggetti coinvolti, non fa altro che eccitarci. Le sue curve sono invitanti, la sua lingua è affilata come un rasoio e il suo gancio destro è una vera meraviglia, facendoci venire voglia di tenerle la bocca occupata mentre le leghiamo le mani ben sopra la testa. Ma quando capiamo che è la vittima di quello schifoso e non una piromane, i nostri istinti protettivi si scatenano. Lei dice di non essere interessata al nostro aiuto, ma le sue azioni dicono il contrario, e sebbene riconosciamo le sue capacità, non possiamo lasciare che se la sbrighi da sola. Non ora che siamo già convinti che il suo posto sia con noi. Con la sua vita appesa a un filo, per sopravvivere deve rinunciare al controllo. E quando lo farà... Sarà nostra da proteggere, nostra per cui combattere, nostra da amare.