Saverio Raimondo - Annus Horribilis (2025)
Guerra, carestia, pestilenza e morte. Il tutto annaffiato da un tempestoso inverno lungo diciotto mesi a causa di un’apocalittica crisi climatica. Si riesce a immaginare di peggio? Difficile, se persino Dio è sotto shock per un così immondo scenario da record. Questo è il 536 d.C., non proprio un’annata “ideale”. La circostanza più tremenda, però, è che la vita va avanti.
Continua a scorrere per Licia, annoiata nobildonna che, mentre vede la ricchezza svanire e la bellezza sfiorire, decide di dare un’immensa festa nella sua tenuta per lasciarsi ammirare ancora una volta. Continua a scorrere per Beozio, coltissimo precettore il cui eloquio non è bastato a riconquistare l’amata Giustina e, in preda al tormento amoroso, deve sorbirsi ciò che di filosofico e morale ha impartito all’allievo Giovanni. Continua a scorrere per Prisco, poeta che per celebrare le imprese dell’impero è stato spedito sul campo di battaglia, dove non saranno fiumi d’inchiostro ma di budella. Infine continua a scorrere per Macedonia, donna lussuriosa che, per saziare i suoi appetiti sessuali nella totale penuria di esseri viventi o in salute, si spingerà fin dentro le mura di un monastero.