Nel caso stessi cercando un manuale su come, per sbaglio, ritrovarti un bullo alle costole, lascia che ti spieghi come mi sono procurata il mio. Primo errore: accettare il piano folle e orribile di mio fratello: sedurre e drogare la stella dell’hockey della mia università, Yom «Yum» Rustanov, per farlo squalificare per doping prima della sua grande partita del campionato internazionale. Nel dizionario, alla voce femme fatale, troverai me—nella sezione degli antonimi. Secondo errore: accettare l’invito di Yum Rustanov nella sua camera d’albergo quando la mia coscienza non mi ha permesso di mettergli qualcosa nel drink. Certo, era la mia occasione irripetibile per perdere la verginità con un dio dell’hockey—ma il senso di colpa per il primo errore mi ha fatta scappare via in lacrime. Terzo errore: tornare a scuola. Avrei dovuto trasferirmi. Perché adesso quel dio dell’hockey mi sbatte contro i muri con il corpo, pianta le mani ai lati della mia testa e ringhia: «Davvero pensavi che le tue azioni non avrebbero avuto conseguenze?» Quindi, sì... mi sono ritrovata per sbaglio un bullo. Uno totalmente determinato a trasformare il mio ultimo anno di università in un inferno—e ci sta riuscendo fin troppo bene. Ma quando un’emergenza di vita o di morte mi lascia senza nessun altro a cui rivolgermi, il mio bullo dal cuore di ghiaccio si fa avanti—ma a condizioni ben precise. E adesso devo chiedermi: accettare i suoi termini è il mio errore peggiore... o la scintilla destinata ad accendere un fuoco che non riuscirò mai a spegnere?