
AA.VV. - La donna italiana descritta da scrittrici italiane (2025)
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" le donne del nostro tempo portano ancora le impronte della servitù intellettuale delle età precedenti, esse sono delle vere liberte in fatto d'istruzione " Nel 1890, a Firenze, si tenne L'esposizione Beatrice, chiamata così in onore di Beatrice Portinari, la musa di Dante; si trattava di una grande fiera per valorizzare la creatività femminile. Nata da una proposta della poetessa Carlotta Ferrari, l'idea venne raccolta e sviluppata da Angelo De Gubernatis. La manifestazione comprendeva esposizioni di pittura, scultura e lavori artigianali, mostre di libri, assieme a conferenze sulla donna italiana, tenute da donne, che poi vennero pubblicate in questo libro. Le conferenze spaziano dalle donne " ideali che non appartengono quasi al mondo ed alla vita " di Dante e trecentesche, a quelle dell'Ariosto, un po' più terrene; a, attraverso i secoli: sante, regine, eroine, scienziate, attrici, fino alla donna del loro tempo. Queste ultime rilevano i nuovi ruoli della donna nell'Italia post unitaria: Le novellatrici e le romanziere (Gemma Ferruggia), La donna nella beneficenza (Fanny Zampini Salazar), Le operaie (Carolina Invernizio), Le maestre, le educatrici (Ida Baccini); ma non può mancare La donna in famiglia (Teresa De Gubernatis) perché il ruolo di "angelo del focolare" è ancora imprescindibile. Anche se, Le relatrici sono donne colte, istruite che scrivono libri, viaggiano, si occupano di questioni sociali, alcune partecipano attivamente ai primi movimenti per l'emancipazione femminile; sono, insomma, donne "moderne"; in questi scritti, non vogliono o non possono andare oltre i pregiudizi dell'epoca e non mettono mai in discussione che il principale contributo sociale della donna è quello di essere moglie e madre, a cui tutto il resto è subordinato, perché per la mentalità dell'epoca era ancora l'unico "lavoro" accettabile e rispettato, perché: " la donna come persona non esiste e non può esistere; ella deve essere la figlia, la sorella, la sposa di qualcuno; dev'essere parte della personalità altrui, dell'anima altrui o non essere ." Tuttavia, qua e là, pur nello stretto ambito a cui era loro concesso esprimersi, si percepiscono i primi faticosi passi verso l'affrancamento intellettuale e sociale.