Brian Merchant - Sangue nelle macchine. Le origini della ribellione contro la tecnologia (2025)
Oggi siamo circondati da tetre profezie secondo cui l'intelligenza artificiale, i robot e l'automazione cancelleranno milioni di posti di lavoro. Sono profezie che di mistico però hanno poco. Aziende come Amazon, Uber, Facebook, OpenAI e Microsoft hanno accumulato un potere e un'influenza enormi e investono ingenti somme di denaro per dare forma a un futuro in cui la presenza dell'uomo pare un dettaglio. Le loro piattaforme determinano le regole, o l'assenza di regole, che governano la nostra comunicazione, il nostro intrattenimento e le nostre comunità. Ma se si esprime preoccupazione per tutto ciò si rischia di essere chiamati «luddisti». Si rischia di essere etichettati come persone che odiano il progresso; anche se la verità storica è tutt'altro che questa. I luddisti infatti comprendevano fin troppo bene la tecnologia; non la odiavano, ma odiavano piuttosto il modo in cui la si usava per affamare la gente e far diventare sempre piú ricchi i padroni. Brian Merchant, per restituire un senso diverso al presente, ci porta nei luoghi in cui è nata l'industria, nell'Inghilterra dei villaggi rurali e dei laboratori di maglieria, dove apparvero le prime forme di produzione automatizzata e dove scoppiarono sanguinosi conflitti. Rivelandoci storie avvincenti di eroi e improbabili antieroi, di tentate rivoluzioni e feroce repressione, di scontri spaventosi, di società segrete vincolate da giuramenti e di spie infiltrate al loro interno. Storie di artigiani e operai che si sollevarono contro l'ingiustizia, di inventori che progettarono le macchine e di imprenditori e industriali che costruirono le fabbriche in cui installarle, di poeti e scrittori che ci avevano visto lungo e di governi che facevano gli interessi dei piú forti. Perché è solo comprendendo queste storie, comprendendo l'urgenza e la necessità di opporsi a quanto ci viene raccontato come inevitabile, che potremmo sperare di costruire un futuro dall'aspetto meno cupo e inquietante.