Capire l’altro serve a capire se stessi. Capire se stessi serve ad essere se stessi. Essere se stessi serve ad essere. Questo è il giro concettuale dell’antropologia concettuale: capire per essere, essere per capire*. Conoscere il diverso, scoprire il caleidoscopio delle culture umane, apre le porte verso una comprensione di se stessi e rimane il principale oggetto d’interesse di ogni essere umano. Gli altri sono lo specchio nel quale l’io si osserva e sul quale riflette e fissa la propria identità.
Le culture primarie mantengono aspetti del nostro essere comportamentale che nelle società tecnologicamente evolute si nascondono sotto gli strati accumulati nel tempo. La riscoperta delle radici, delle matrici del nostro essere, è fonte di riscoperta dei contenuti primari e quindi di coscienza dell’essere. Ordine e caos si confrontano come principio del concetto binario che caratterizza la ricerca di una logica elementare nel funzionamento di ciò che l’uomo riesce a ipotizzare circa il comportamento del mondo che lo circonda.