Erich Fromm - I cosiddetti sani - La patologia della normalità
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Cos'è la normalità? È davvero un baluardo contro la malattia psichica? È giusta la convinzione diffusa che una persona "normale", sicura di sè, soddisfatta della propria vita e ben adattata alla società moderna dell'abbondanza sia anche una persona sana e serena, immune da nevrosi e depressione? Fromm, vedendo la miseria e le sofferenze umane, si è convinto che esiste anche una "patologia della normalità", una disposizione alla malattia che nasce dal conformismo e dalla sottomissione alla struttura mercantile delle moderne società occidentali, dominate dal consumismo e dalla crisi dei valori e dalla mitica idea di progresso della scienza. Individua due meccanismi perversi: l'alienazione, che pervade tutti i campi dell'esistenza (dal lavoro ai rapporti interpersonali, ai sentimenti), che inevitabilmente porta all'asservimento, alla noia e all'apatia; e il narcisismo, individuale o collettivo, che spinge l'uomo a calpestare la dignità dei suoi simili, al rifiuto della vita, alla necrofilia. Per sfuggire a questa passività indolente e alla conseguente depressione, Fromm propone (attraverso la presa di coscienza e il superamento del vuoto concetto di normalità, sempre più spesso sinonimo di omologazione) di costruire una nuova "scienza umanistica" che, forte del bisogno di utopia, della tensione verso la verità e la giustizia, si ponga l'obiettivo di far scoprire (o riscoprire) all'uomo il piacere dell'azione libera e l'amore per la vita.
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