Agnese Maria Cuccia - Lo scrigno di famiglia (2014)

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data: – 15.03.2015, 19:21
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Descrizione articolo

 

Italian |  Pisa University Press Srl | PDF| ISBN: 9788867414 |2014 | 350 pages | 5.7 Mb

 

Ogni villaggio è animato dalla sua popolazione, composta essenzialmente da bambini, anziani, uomini, donne. Il manicomio-villaggio di San Niccolò di Siena, che accoglieva nell’Ottocento pazienti da tutta la Toscana, era abitato da persone che condividevano nella loro quotidianità una diagnosi di malattia mentale. A seconda del genere di appartenenza, maschile o femminile, presentavano però significative differenze: nelle dinamiche e nei motivi di internamento, nelle patologie, nei comportamenti, nei desideri, nei deliri. Attraverso l’analisi di cinquecento cartelle cliniche, il libro indaga e mette in luce tali differenze e ricostruisce il contesto toscano e italiano della malattia mentale ottocentesca in relazione al genere.

 

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  1. | Pubblicato 15 Marzo 2015 23:36

    La descrizione del libro è sbagliata ;)

    Questa dovrebbe essere quella giusta:

    'Per tutto l’ancient régime la dote delle spose costituiva un capitale inalienabile il cui usufrutto spettava ai mariti, ferma restando la proprietà femminile. Un bene tutelato dalla legge, intoccabile, che andava custodito dalla coppia per tutto l’arco della vita. Ma non accadeva così nella Torino del Settecento dove il capitale dotale rappresentava non un tesoro da seppellire ma uno “scrigno” che i coniugi scoperchiavano in caso di bisogno: per acquistare titoli, per comprare il tetto sotto cui vivere, il campo da coltivare, la bottega e gli utensili del mestiere. La dote era un capitale insostituibile per una giovane coppia, ma era anche una risorsa cui si attingeva a piene mani nel corso del tempo, durante i difficili momenti di crisi vissuti dalle famiglie.'

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