Italian | Formato: PDF - EPUB - AZW | 87 pages | 17.8 MB
<TRAMA>
Un
anno prima che Bini, nel 1833, terminasse il suo Manoscritto di un
prigioniero, era stato pubblicato il libro costato all'Austria più di
una battaglia perduta, Le mie prigioni, scritto da un Silvio Pellico non
più patriota liberalmoderato (com'era ai tempi della sua reclusione),
ma bibliotecario ormai reazionario del Marchese di Barolo (e la storia
della letteratura ha definitivamente illuminato il vero intento, non
patriottico ma intimistico e religioso, del Pellico). È improbabile che,
anche se fosse stato pubblicato in vita di Bini, il Manoscritto avrebbe
giocato nella realtà il ruolo di un antipellico. Bini era un oscuro,
incredulo disilluso, sicuramente non motivato al successo. Di mestiere
piccolo commerciante, nel desiderio letterato di professione, di fede
democratico radicale. Ma a leggerlo oggi, questo libro, si capisce che
esso appartiene alla tradizione letteraria che in Italia non ci fu, e
che con la sua assenza meritò al paese di essere rappresentato in campo
patriottico dalle Mie prigioni. Traendo dalle uniche tendenze letterarie
in cui un Bini poteva pescare (lo stile comico-realistico e burlesco,
l'antiletterarietà alla Sterne, il pessimismo leopardiano), il
Manoscritto rappresenta - per bocca di un Io anonimo e ferito, e ormai
confuso nelle sue opinioni - l'esperienza di vita e di pensiero di un
patriota democratico. E della sua generazione ovunque, in Europa,
dispersa e in esilio, ma in Italia, eccezionalmente, resa muta anche
dalle patrie lettere.

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