All’inizio c’era il World Wide Web, eccitante e aperto fino all’anarchia, una miniera enorme e un po’ inquietante di caos creativo non indicizzato.
Poi venne Google con la sua impressionante missione: organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili.
Oggi Google sembra onnisciente, onnipotente e onnipresente. E sostiene anche di essere un’azienda benevola.
Non sorprende perciò che la rispettiamo quasi come una divinità. Ma che cosa guadagniamo o perdiamo permettendole di essere la lente attraverso cui vediamo il mondo?
Stiamo muovendoci lungo una strada che porta a un’era più illuminata o ci stiamo avvicinando a un futuro di controllo e sorveglianza sociale? E che effetto potrà avere l’egemonia del motore di ricerca sullo sviluppo della nostra cultura?
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