Alessia Kian - Intrappolata con il duca (2025)
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Sono la scrittrice di romanzi rosa che ha osato vivere una passione più scandalosa di quelle che inventa. Mi chiamo Elara Reed e scrivo di uomini che non esistono. Di passioni che bruciano le pagine e consumano l'anima. Nella grigia e puritana Londra del 1888, la mia vita è l'opposto esatto dei romanzi che creo: solitaria, casta, senza un briciolo di quell'ardore che così disperatamente anelo. Sono un'orfana con un solo sogno: diventare un'autrice. Ma l'ispirazione mi ha abbandonata, lasciandomi con un cuore arido e fogli bianchi. Così, compio un gesto sconsiderato. Un peccato segreto. Rispondo a un'inserzione su una gazzetta, cercando un'esperienza, una singola scintilla per riaccendere il mio fuoco creativo. Lo trovo. Oh, se lo trovo. È un estraneo, un uomo maturo dal tocco esperto e dallo sguardo tormentato. Quella notte, nelle stanze lussuose di un albergo di Piccadilly, mi insegna il vero significato della parola "desiderio". Le sue mani percorrono il mio corpo come se leggessero una mappa segreta, la sua bocca mi possiede in modi che non credevo possibili, strappandomi gemiti che non sapevo di poter emettere. È solo per una notte, mi dico. Solo ispirazione. Ma il modo in cui mi travolge, così forte da farmi tremare l'anima, lascia un'impronta indelebile su di me. Poi il destino, con la sua crudele ironia, mi svela la verità. Il mio misterioso amante non è altri che Lord Solomon Croft, Duca di Averyn. L'arrogante, vedovo e ricchissimo padre della mia migliore, unica amica. L'uomo che lei disprezza, l'uomo che dovrei evitare come la peste. Improvvisamente, la mia notte di passione diventa un segreto velenoso, una bomba pronta a distruggere tutto ciò che ho. Giuro a me stessa di dimenticarlo, di seppellire il ricordo del suo corpo potente e del suo sapore proibito. Ma il Fato non ha ancora finito di giocare con me. Una violenta bufera di neve ci sorprende e ci intrappola insieme nella sua baita di caccia isolata, tagliati fuori dal mondo. Senza aiuti. Senza via di fuga. Niente se non quattro mura, il crepitio di un camino e una tensione così densa da poterla quasi assaggiare. Lui dice che dobbiamo ignorare ciò che è successo, che dobbiamo mantenere le distanze per il bene di sua figlia. Ma il suo sguardo mi spoglia, e il rigonfiamento evidente nei suoi calzoni mi racconta una storia completamente diversa. Mi osserva come un predatore osserva la sua preda, e io mi sento preda, sì, ma una preda più che consenziente. Il freddo della baita è un pretesto perfetto. Il bisogno di calore è un gioco pericoloso a cui entrambi vogliamo giocare. E quando le sue mani mi afferrano nell'oscurità e la sua bocca si schianta di nuovo sulla mia, ogni buon proposito va in fiamme. Mi preme contro il muro di legno grezzo, il suo corpo duro una promessa di tutto ciò che desidero. Non è più ispirazione, questa. È una dipendenza. È una follia. Sono intrappolata con il Duca, e sto scoprendo che questa prigione è il luogo più vicino al paradiso che abbia mai conosciuto. Non so come finirà questa storia quando la neve si scioglierà. Ma una cosa è certa: non uscirò da questa baita innocente. E forse, in fondo, non lo sono mai stata.